Nel tempo della leadership, “il momento” è sempre e mai.

Come chi mi segue saprà, ho dedicato l’ultimo anno alla realizzazione di Empowerment System, una webApp che guida i manager nell’esercizio della team leadership. Ogni scarrafone è bello a mamma soja, si sa, ma penso che si tratti di un’innovazione tanto rivoluzionaria quanto preziosa.

Naturalmente ho iniziato a proporla ai manager delle imprese con cui ho un rapporto di stima reciproca, derivato da anni di collaborazione.

Come è facile immaginare, la risposta più frequente è stata: interessantissimo, ma non è il momento. Chi frequenta le aziende ha sentito pronunciare questa frase migliaia di volte.

D’accordo, è un po’ come quando da ragazzi si inviata una ragazza a uscire con noi e ci si sentiva rispondere semmai ti chiamo io. Ma non è solo questo, c’è dell’altro. Questo “altro” riguarda il fatto che, nel tempo di oggi, non sarà mai “il momento”. Il perché l’ho argomentato in un mio libro di qualche anno fa, Il tempo della leadership. Ecco cosa scrivevo.

Nell’epoca 4.0, la riorganizzazione non finisce mai, così, paradossalmente, quella che dovrebbe essere una ristrutturazione continua, si trasforma in immobilismo. Un po’ mascherato da un continuo falso senso di urgenza, ma pur sempre immobilismo: nulla si può fare perché tutto sta cambiando.

La ristrutturazione e la riorganizzazione diventano così il miglior alibi per non prendere decisioni. Così si sospendono ad libitum le attività non direttamente connesse ai processi di riorganizzazione, a partire dalle attività volte allo sviluppo delle persone, come se l’atteggiamento delle persone fosse un orpello del cambiamento e non , come invece è, ciò che maggiormente lo determina.

Così si finisce per dichiarare di voler cambiare tutto per non cambiare proprio un bel nulla, per trincerarsi dietro ai facili alibi, per nascondere a se stessi la necessità di scelte coraggiose. Ma questo nostro tempo non è fatto per i pavidi o per i pusillanimi, è per i forti di cuore.

Non bisogna attendere che tutto cambi, non bisogna illudersi di una nuova definitiva stabilità, non serve attendere che passi la burrasca. Per dirla con un celebre aforisma attribuito a Gandhi, oggi più che mai la vita non consiste nell’attendere che passi la tempesta, ma nell’imparare a ballare sotto la pioggia.